Riforma Copyright e Articolo ex. 11: ovvero la link tax

  • 03/04/2019 00:00:00

Copyright e articolo 11, ovvero la richiesta degli editori affinchè (parafrasando)

Copyright e articolo 11, ovvero la richiesta degli editori affinchè (parafrasando) "chiunque pubblichi snippet di articoli, ovvero piccole porzioni di contenuto prelevato da siti informativi (giornali, ecc) deve richiedere la licenza. Altrimenti, non può pubblicarne il contenuto, pena violazione del copyright dell'editore".

Detta anche "link tax".

Questa è una cosa che abbiamo già visto nel 2009, l'hanno provata nel 2014 in Germania e in Spagna nel 2016 (sto andando a memoria). Fallita in tutti e 3 i casi.

Chiaramente il bersaglio sono Facebook e Twitter, forse anche LinkedIn ma forse meno degli altri. Perché loro brutti e cattivi, diffondono informazioni quando dovrebbero farlo fonti più (coughgough) autorevoli: i media.

Ora mi permetto di ricordare che i giornali on-line (come anche quelli off-line) vivono di due cose:

  1. pubblicità
  2. sottoscrizioni

Ovviamente il core business sono le pubblicità, quindi è importante far sì che ci sia molto traffico sul sito Internet del giornale in questione.

Detto questo, faccio un esempio assolutamente banale. Prendo Opera, attivo ad blocker, e vado su 3 siti di una certa autorevolezza:

  • Corriere della Sera:
    • 14 link bloccati in homepage
    • 32 nella pagina dell'articolo
  • Repubblica:
    • 14 nella homepage
    • 28 nella pagina dell'articolo
  • Sole 24 ore:
    • 7 in homepage
    • 11 nella pagina dell'articolo
  • Leggo
    • 25 in homepage (e nemmeno l'informativa cookie - vabbè)
    • 29 nella pagina dell'articolo

(il campione è assolutamente casuale, non ho pregiudizi particolari verso nessuna delle testate menzionate, personalmente ritengo siano poco affidabili tutti a pari merito).

Ora calcolando che a meno che qualcuno non acceda volontariamente al sito, lo strumento principale di condivisione è il social network, cosa faranno tutti questi editori per ottenere il traffico sul proprio sito?

Nel 2009 il cattivo di turno era Google News, che "non doveva permettersi di riportare gli snippet (che allora non si chiamavano ancora così) degli articoli nei propri risultati della ricerca". Il risultato è che dopo poche settimane, alcuni editori sono tornati a chiedere al motore di ricerca di inserirli nei risultati perché il volume del traffico era crollato dell'80% sul loro sito (e quindi anche i proventi dalla pubblicità).

L’altra cosa abbastanza singolare, è che pur essendo miseramente fallita l’adozione della link-tax in Germania e Spagna, proprio questi due paesi sono tra i più forti sostenitori della sua reintroduzione.

Il motto di quest’epoca dev’essere “anche se non funziona, continua a reiterare finché non inizia a funzionare”.

Ma tornando sul tema originale, nell'era del "user generated content" il contenuto è chiaramente il bene più importante per qualsiasi piattaforma. I modelli di business prevalenti sono basati sulla pubblicità, quindi un utilizzo con finalità di sfruttamento economico dei contenuti per poter sfruttare una piattaforma di diffusione che per l'utente è fondamentalmente gratuita.

In altri termini, i contenuti che l'utente carica on line sono utilizzati dalla piattaforma stessa per generare guadagno.

Secondo la norma del Diritto d'Autore se io pubblicassi questo contenuto sul blog di Rights Chain o Rivoluzione Digitale, le rispettive società dovrebbero avere da parte mia l'autorizzazione per poter pubblicare il contenuto. E questo, diciamolo, è così da tempo, l'introduzione della nuova norma non cambia lo stato delle cose.

La variante introdotta dall'Articolo 11 (che nell'ultima versione diventa Articolo 15), se un sito - diciamo un altro blog o Twitter - riproduce anche solo una porzione del testo scritto in questo post, dovrà avere l'autorizzazione perché questo venga autorizzato. Applicandolo alla lettera la cosa, Twitter (o chi per esso) dovrebbe comprare da me (o chiunque altro) il permesso per pubblicare il contenuto on-line sotto forma di "card", ovvero l'anteprima con immagine e il breve testo riprodotto.

Ma i diritti degli Autori dei contenuti?

Ad oggi mi capita di vedere una quantità di contenuti enorme, e copie di copie fatte dalle copie delle copie di altre copie. Riuscire ad arrivare al contenuto originale diventa un'impresa eroica e talvolta impossibile. Da dov'è partita la notizia? E' veramente quello il post originale o è stato rimosso da qualche altra parte?

Da oltre 20 anni lavoro in ambito IT ed ho avuto modo di vedere Internet crescere dalle sue origini, e da più di 10 mi occupo di protezione dei dati digitali e sicurezza dei sistemi informativi. Nel 2017 abbiamo creato una realtà che si chiama Rights Chain il cui scopo è quello di creare strumenti per la gestione del copyright proprio per quegli Autori e Autrici di contenuti nell'era digitale che oggi danno un valore enorme alle piattaforme di content publishing in cambio di "visibilità".

In che modo poter gestire le problematiche di chi può e chi non dovrebbe poter usare il vostro Lavoro? O dimostrare di essere davvero l'Autore o Autrice di quel determinato contenuto in caso di contestazione?

C'è qualcosa in cui posso esserti di aiuto o per un confronto? Trovi i miei contatti a fondo pagina, sono sempre felice di potermi confrontare o poter offrire una soluzione efficace al problema.

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