Shopping su Amazon... il dilemma dell'acquirente virtuale

  • 05/02/2013 08:00:00

<p>Una digressione sulle scelte che portano a fare un acquisto piuttosto che un altro online... ma non solo online... forse una riflessione sulla psicologia delle vendite?</p>

Una digressione sulle scelte che portano a fare un acquisto piuttosto che un altro online... ma non solo online... forse una riflessione sulla psicologia delle vendite?

Nelle esperienze passate mi hanno insegnato a quanto la forma sia importante quando si approccia un acquisto. Ad anni di distanza mi rendo conto di quanto questi insegnamenti abbiano segnato il mio approccio agli acquisti e alle scelte.

Il pensiero nasce mentre cercavo, online, un dispositivo elettronico di consumo. Solitamente la scelta cade, per comodita' e "affetto" su Amazon. E sebbene il sito .it e il .co.uk si assomiglino molto, il secondo vince tendenzialmente sempre sul primo.

Sebbene i prodotti siano gli stessi e i prezzi si avvicinino abbastanza tra di loro, la presentazione di un prodotto sul sito anglosassone e' drasticamente differente. I prodotti hanno una descrizione chiara, leggibile, per lo piu' curata nei dettagli e nelle informazioni piu' importanti. La chiarezza della descrizione e dei dettagli rende la consultazione rapida e concisa. I feedback forniti sono solitamente dettagliati e riportano dati di interesse, tipicamente scritti da persone "di nicchia" che forniscono informazioni davvero utili per determinare se valga la pena o meno di cliccare sul bottone "Add to chart".

Questo dettaglio non sono riuscito a trovarlo nella controparte nostrana. I dettagli sono spesso e volentieri un rude copia/incolla delle informazioni in un campo di testo, dispersive e non tradotte. Del resto, forse, c'e' il sito del produttore per le informazioni (non citato nella descrizione). Le valutazioni sono superficiali, un po' come per dire "ci scrivo qualcosa tanto per riempirlo"... Insomma, l'impressione che ho avuto vedendo qualche prodotto non e' stato certo quello di volermi affidare a quel venditore. Diciamo un po' quell'impressione di entrare in una bettola a cercare un capo firmato.

Dal virtuale al reale

Quando mi sono occupato dell'ufficio acquisti per il dipartimento IT, suscitavano la stessa reazione offerte commerciali di fornitori "arrabattati". Copia incolla destrutturati di dati prelevati da siti internet altrui e incollati all'interno di un formato word buttato li'. Di fatto lavoravo in una realta' in cui un documento con i colori sbagliati veniva respinto prima ancora di essere preso in considerazione. Poteva essere il contratto della vita. Poi mi spiegarono il motivo. Ero molto piu' giovane all'epoca, e anche alle prime armi con offerte da svariate migliaia di Euro alla volta.

Il concetto base e' quello di riflettere su due elementi semplici: perche' dovresti comprare da un fornitore che non si degna nemmeno di curare l'aspetto e la forma grammaticale della sua forza? Se non ha interesse di presentare il proprio prodotto in modo dignitoso, cosa ti dice che non ti trattera' allo stesso modo?

Cosi', a quasi 10 anni di distanza, mi rendo conto di aver sposato un approccio cauto agli acquisti. Un prodotto presentato bene invece di una paginetta buttata li' su due piedi. Valutare con maggiore interesse un'offerta ben strutturata e descritta piuttosto che un volantino con un prezzo in offerta che sembra non avere pari. Valutare un'azienda in base al dettaglio che riporta il suo sito Internet piuttosto che affidarmi ad aziende che usano ancora e-mail su domini gratuiti...

Del resto Oscar Wilde ha scritto "You never get a second chance to make a first impression"...

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